Spreco alimentare: come ridurlo

Spreco alimentare: come ridurlo

Secondo la FAO lo spreco alimentare ha un impatto ambientale enorme, in quanto è responsabile di conseguenze come la deforestazione, il consumo del suolo e dell’acqua, l’impoverimento dei mari, la perdita della biodiversità e il cambiamento climatico. Sempre la FAO ci dice che 1 miliardo e mezzo di ettari sono coltivati per produrre cibo che poi verrà sprecato.  

Dove, cosa e perché sprechiamo 

Lo spreco alimentare avviene in tutte le fasi della filiera alimentare, ormai lunghissima: dalla raccolta alla lavorazione (8%), allo stoccaggio, al trasporto e alla distribuzione (15%), fino al consumo tramite ristorazione (21%) e soprattutto nel consumo domestico (ben 54%!). Pertanto, ci concentreremo sull’ottimizzazione di quest’ultimo.  

In un anno gli alimenti maggiormente sprecati a livello globale sono la frutta e la verdura, a seguire i cereali (riso), fino al pesce, che rappresenta l’1% dello spreco con “soli” 22 milioni di tonnellate sprecate.  

Come detto, le ragioni di tutto questo spreco derivano da ogni fase coinvolta nella filiera, ma per ciò che concerne il consumo  domestico gli esperti hanno individuato 6 cause principali di spreco alimentare: 

  1. Nessuna pianificazione prima dell’acquisto
  1. Porzionatura errata 
  1. Confusione sull’etichettatura degli alimenti e sulle date di scadenza 
  1. Non sapere come conservare correttamente il cibo 
  1. Ridotto uso del congelamento  
  1. Mancanza di consapevolezza o educazione su cibo e sostenibilità 

Rimedi: prevenzione e riciclo alimentare 

I rimedi allo spreco alimentare a cui possiamo ricorrere nella vita di tutti i giorni sono principalmente due: prevenire lo spreco e riciclare il cibo

La prevenzione delle eccedenze è il migliore strumento per non scadere nello spreco alimentare. Vediamo in che modo praticarla: 

  • Quando andiamo al supermercato, cerchiamo di acquistare con la testa e non con la pancia! Per farlo, è importante avere già la pancia piena, in modo da non comprare cibo di cui non abbiamo bisogno.  
  • Preferiamo prodotti da filiera corta, il cosiddetto prodotto a Km Zero, per azzerare lo spreco derivante dalla filiera lunga.
  •  Compriamo e mangiamo frutta e verdura di forma, dimensioni e qualità estetiche che non siano necessariamente standard. L’estetica c’entra relativamente poco con la bontà di un cibo. 
  • Impariamo a leggere le etichette per capire le provenienze, i modi di produzione, i contenuti nutrizionali, e sapere il significato dell’indicazione “da consumarsi preferibilmente entro”. Alleniamo i nostri sensi per capire se un cibo è ancora commestibile. 
  • Quando siamo in cucina, prepariamo l’esatta porzione di cibo da mangiare e assicuriamoci che le scatole siano vuote, prima di buttarle.  
  • Dopo aver mangiato, aspettiamo che gli avanzi si raffreddino prima di conservarli in frigo o nel freezer. Posizioniamo correttamente gli alimenti in frigo. Approfondiamo l’argomento in questo articolo
  • Cerchiamo di consumare gli avanzi quanto prima o usiamoli per preparare altre ricette.  
  • Adottare tecniche di conservazione sostenibili, come tenere in verticale gli ortaggi da radice, conservare all’asciutto le spezie, accostare le mele alle patate, dato che le prime inibiscono la germinazione delle seconde. 
  • Usare il sottovuoto per conservare il cibo più a lungo. 

Se proprio non riusciamo a prevenire lo spreco di cibo, possiamo porvi rimedio attraverso metodi di riciclo collettivo che si stanno diffondendo, soprattutto online.  Il primo metodo-rimedio individuato e riportato nel rapporto dell’ISPRA è il recupero alimentare per scambio tra cittadini. Da alcuni anni si stanno diffondendo delle vere e proprie piattaforme online per facilitare lo scambio di cibo commestibile tra persone, basta iscriversi! 

Anche il recupero alimentare per attività di beneficienza è un metodo virtuoso di riciclo. L’obiettivo è quello di recuperare le eccedenze invendute presso i mercati rionali e le donazioni degli acquirenti per redistribuirle alle famiglie in difficoltà economica. 

Ma oltre al cibo che acquistiamo e (non) consumiamo privatamente, c’è anche quello che avanza quando siamo clienti di un ristorante. Anche in questo caso è bene sia prevenire, evitando di ordinare più di quello che si potrebbe riuscire a mangiare, sia riciclare, usufruendo di quella che ormai nel gergo comune viene chiamata doggy bag.   

Se invece al ristorante non ci siamo ancora andati e perciò non abbiamo prodotto sprechi, possiamo ugualmente contribuire alla prevenzione, utilizzando app che ci segnalano tutti i ristoranti che svendono il cibo non ordinato dai clienti e che finirebbe irrimediabilmente sprecato. 

Supporta il riciclo creativo  

Infine, un grande piccolo gesto per ridurre lo spreco alimentare è quello di acquistare prodotti di uso quotidiano realizzati con alimenti non più edibili.  

Sono già realtà, ad esempio, le pellicole edibili per la conservazione di alimenti, ricavate dalle bucce delle arance, delle mele, dai funghi e dai gusci dei gamberetti. Le prestazioni di queste pellicole sono addirittura superiori a quelle tradizionali ricavate da fonti fossili. 

Insomma, fortunatamente quando si parla di prodotti realizzati con alimenti riciclati non c’è limite all’ingegno creativo! Ma insieme ad esso saranno sempre più necessarie anche l’informazione e l’educazione alimentare. La FAO ha recentemente contribuito con campagne di sensibilizzazione come Save Food Global Initiative, ma è sempre più urgente istillare consapevolezza nei consumatori, informandoli sull’origine del cibo, sulla sostenibilità dei diversi modelli alimentari, in modo che possano acquistare, conservare, preparare e smaltire il cibo consapevolmente, per la nostra salute e per quella del Pianeta che ci ospita. 


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