La schiscetta aiuta a star bene

La schiscetta aiuta a star bene

Lombarda e nello stesso tempo cosmopolita, quella della schiscetta è un’abitudine davvero salutare.

 

Girando per Expo 2015 e confrontandoci con un mondo di abitudini alimentari, scopriamo che mai come oggi vale il detto “paese che vai, schiscetta che trovi”. Che sia il bento, alla giapponese, o il lunch box in stile Usa, la tendenza a livello mondiale è quella di portarsi, a lavoro, il cibo da casa.

 

La schiscetta è lombarda, anzi milanese. È un termine che deriva dal verbo «schiscià», «schiacciare», premere il cibo dentro la gavetta portavivande (quasi) ermetica, in uso tra i militari. Siamo negli anni ’50 e ’60, quando Milano non era ancora “da bere” ma semplicemente una città in grande sviluppo, affollata da lavoratori di ogni sorta: operai, muratori e artigiani. Questi, non potendosi permettere di andare al ristorante nella pausa pranzo, si portavano da casa la “schiscetta” dove appunto schiacciavano ogni bontà: spaghetti freddi, «el risott giald» avanzato, frittate , panini imbottiti di salame e mortadella.

 

Oggi, oltre mezzo secolo, questa usanza è tornata prepotentemente di moda, e non solo a Milano dove è stata inventata, ma in tutta Italia.

 

I motivi? Il primo è sicuramente economico.

 

Il pranzo medio al bar, pizzeria, self service o fast food che sia, costa almeno 10 euro. Che vuol dire più o meno 250 euro al mese.

 

A conti fatti, portarsi da casa il cibo per la pausa di metà giornata, certamente conviene.

 

C’è poi un altro motivo, legato al benessere.

 

Infatti, c’è sempre più voglia di mangiare cose sane, usando bene il proprio tempo anche nell’intervallo delle ore centrali della giornata.

 

Una ricerca online fotografa le abitudini del bel paese: il 73% di noi si porta il cibo da casa e lo consuma o alla scrivania o in altro ambiente messo a disposizione sul luogo di lavoro. Una percentuale molto alta, destinata sicuramente a crescere. E questo avviene per risparmiare tempo e denaro ma anche per non abusare di cibi poco salutari.

 

Ma come dev’essere la schiscetta salutista?

 

Prima di tutto sana ed equilibrata. Quindi, un po’di frutta e verdura, un po’ di carboidrati, proteine e grassi.

 

Quali ricette sono da privilegiare?

 

Ovviamente le insalatone, di verdure ma anche di pasta, riso e altri cereali.

 

Ottime anche le frittate e in inverno le zuppe, in ogni stagione gli affettati non grassi (per esempio la bresaola, il prosciutto crudo privato del grasso, il pollo o l’arrosto di tacchino). Anche una fetta di pizza Margherita è una buona e sana idea: magari non tutti i giorni!

 

Una comodità consiste nello sfruttare quanto avanzato la sera prima. O meglio, può essere intelligente cucinare un po’ di più per la cena, pensando al giorno successivo.

I più lungimiranti e organizzati possono invece predisporre nel week end minestroni, paste, secondi e quant’altro in contenitori monoporzione , metterli nel freezer e portarli «gelati» in ufficio, per poi scaldarli, se se ne ha la possibilità, nel microonde.

 

Ultimo tema: dove mangiare? Davanti alla scrivania no, è poco rilassante e per questo sconsigliabile. Meglio farlo in una sala comune con altri colleghi, senza troppa fretta, creandoci le condizioni per una vera “pausa”.


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