Martina Grimaldi

[vc_row][vc_column][vc_column_text]L’unica rappresentante del nuoto italiano ad aver portato a casa una medaglia alle Olimpiadi di Londra 2012

 

 

Il 2012 è stato un anno importante di conferme, come ti senti ad essere l’unica rappresentante del nuoto italiano ad aver portato a casa una medaglia alle Olimpiadi di Londra 2012?

Sono molto contenta perché gareggiavo per tenere alto il nome dell’Italia e poi è stata una grande soddisfazione anche per me perché sentivo un po’ di pressione prima della gara: aver portato a casa la medaglia è stato bellissimo. Per quanto riguarda i miei compagni della vasca, mi dispiace molto che non ci siano stati dei buoni risultati però so che comunque hanno dato il 100% anche loro e questa è la cosa più importante.

 

 

Sei specializzata nel nuoto di fondo, qual è la caratteristica più importante che deve avere una nuotatrice di fondo?

Per prima cosa la concentrazione e poi anche un buon livello di sopportazione dello sforzo per periodi di tempo abbastanza prolungati. Penso che bisogna essere un po’ predisposti per questo sport, poi con l’allenamento ovviamente si può migliorare sempre di più.

 

 

Rispetto al nuoto in piscina, qual è la difficoltà maggiore del nuoto di fondo?

Ci sono due difficoltà fondamentali: la prima è che si è a contatto con molte altre persone perché nel nuoto di fondo non ci sono le corsie; poi ci sono le difficoltà legate all’ambiente naturale in cui si nuota, come le correnti e le onde, che possono dare altri problemi e influire sulla gara.

 

 

Il 2013 sarà un altro anno importante per riconfermarti al top del nuoto italiano, come ti stai preparando per i Mondiali di Barcellona? Senti già la pressione?

I collegiali sono molto importanti: ne abbiamo già fatti due con la Nazionale e il prossimo sarà in altura a Flagstaff, in Arizona, dal 16 marzo. Ce ne saranno sicuramente altri fino all’ultimo pre-Mondiale e intanto ci sono anche le tappe di Coppa del Mondo e le competizioni italiane per le selezioni per Barcellona. Saranno mesi molto intensi però non ci penso ancora tanto…poi sono scaramantica quindi preferisco non dire niente!

 

 

La tua disciplina ti porta necessariamente ad essere a stretto contatto con la natura, ti piace questa particolarità del nuoto di fondo?

Sì, mi piace molto essere a contatto con la natura. È uno degli aspetti più belli della mia disciplina… Mi ricordo che una volta abbiamo fatto una gara in una baia protetta in Messico quindi dovevamo prestare particolare attenzione ai rifornimenti perché di solito i nuotatori lasciano le bottiglie in mare anche se gli staff che seguono la gara cercano di raccogliere tutto: in quell’occasione ho fatto un rifornimento più lungo del normale perché ho voluto chiudere il contenitore e darlo in mano al mio allenatore.

 

 

Che cosa fai per tenerti in forma?

Faccio palestra che comunque è molto legata al nuoto, poi mi piace molto camminare anche da sola soprattutto quando devo pensare e ho bisogno di passare del tempo per conto mio.

 

 

Che rapporto hai col cibo? Hai qualche peccato di gola?

Cerco di stare attenta a ciò che mangio per non ingrassare, evito la pasta alla sera, mangio carne o pesce e verdura. Qualche volta un dolcetto me lo concedo ma non tutti i giorni!

 

Peccati di gola ne ho: amo in particolare il gelato, la pizza e i tortellini, tutte cose che però mangio con moderazione…magari in estate mi capita di mangiare il gelato un po’ più spesso però cerco di stare attenta.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

Tommaso Rinaldi

[vc_row][vc_column][vc_column_text]La tua attività sportiva ti assorbe molto, riesci a coltivare anche altre passioni?

Oltre allo sport mi piace molto l’apnea. Sono un apneista, sto seguendo un corso di apnea.È molto divertente, mi piace molto, soprattutto andare giù a venti metri e cacciare i pesci. I dentici sono le mie prede preferite.

 

Raccontaci una cosa che non sopporti.

Una cosa che proprio non mi piace è l’arroganza delle persone, la strafottenza. Quando le persone si rivolgono a me con un certo tono e con una certa maniera è una cosa che mi indispone parecchio.

 

Dopo molti anni di pratica, tuffarti ti emoziona ancora?

Nello sport mi emoziona molto il superamento dei propri limiti. Sicuramente i tuffi sono uno sport che ti porta sempre ad andare oltre, a superare le difficoltà. A fare un tuffo più difficile, a fare un tuffo meglio, a fare un tuffo perfetto. Ed è una cosa sicuramente molto difficile nello sport dei tuffi, ma come in tutti gli altri sport.

 

Qual è stato il momento più importante della tua carriera?

Un evento importante nella mia vita è sicuramente stato a Londra. Non alle Olimpiadi, ma nella gara di qualificazione. Era l’ultimo tuffo … mi dovevo qualificare.. dovevo fare un buon tuffo, dovevo ottenere un punteggio di 70 punti. Mia padre venne da me e mi disse: “Tommy, è il momento, tira fuori i cosiddetti e devi fare quel tuffo fatto bene”. E io andai sul trampolino, sicuro di me, fiero e… feci quel tuffo, ottenni quei settanta punti e mi qualificai per le Olimpiadi. Poi è solo stata una gioia.

 

Hai dei riti scaramantici prima delle gare?

Prima delle gare una cosa scaramantica che mi piace fare, insomma non proprio che mi piace, ma diciamo che è un rito, è fare un tuffo in acqua. Mettermi lì sotto a 5 metri, respirare, pensare e poi risalire, bagnarmi la faccia e andare sul trampolino. Convinto e sicuro di me.

 

Come ti vedi “da grande”?

Il mio futuro me lo immagino con una bella famiglia. Riuscire a creare una famiglia con una donna accanto e con tanti bambini sicuramente è la cosa più importate per me. Innanzitutto adesso però ci sono i tuffi. In questo momento per me è molto importante qualificarmi di nuovo per Rio e fare una bella prestazione a Rio, qualora mi dovessi qualificare. La mia carriera spero vada avanti fino ai 30 anni, quindi c’è un sacco di tempo ancora per pensare.

 

Quanto è importante l’alimentazione per uno sportivo?

La nutrizione nella mia vita sportiva è molto importante. Sicuramente in gergo come si dice: “girare con dei chiletti in più” non fa bene, perché comunque quando vai a fare un triplo salto mortale e mezzo in avanti, un quadruplo salto mortale e mezzo in avanti girare, diciamo, con due chili in più te li porti dietro, li senti, fai fatica e magari proprio in quel tuffo a causa dei due chili in più entri scarso.

 

Cosa significa essere uno sportivo di cuore per te?

Essere uno sportivo di cuore per me vuol dire metterci passione, mettere passione nello sport che fai. Per esempio i tuffi per me vuol dire tantissimo, vuol dire ogni giorno svegliarmi alla mattina… andare in piscina… significa tanto sacrificio. E io ci metto sempre il cuore perché ci credo, ci credo nel mio sport, credo in me stesso e credo nella volontà di fare qualcosa di importante.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

Flavia Tartaglini

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Flavia Tartaglini pratica windsurf nella classe RS:X, ama sperimentare non solo nello sport ma anche in cucina!

 

 

Quando hai iniziato a praticare windsurf?

Avevo 15 anni, era estate e mi trovavo a Ostia: per non annoiarmi in spiaggia ho provato a fare un corso di windsurf e devo dire che me ne sono innamorata subito!

 

Il tuo sport ti porta molto spesso in giro per il mondo: qual é il luogo preferito in cui ti alleni?

Per quanto riguarda l’Italia, Cagliari é molto bella: é da due anni che ci alleniamo lì in inverno e mi piace moltissimo e poi adoro il sud della Spagna, Càdiz e soprattutto Tarifa. Andando più lontano il golfo di Sidney é stato uno dei posti più belli dove ho fatto windsurf.

 

E il luogo preferito dove hai gareggiato?

Sicuramente Càdiz perché é molto ventoso e poi Cascais in Portogallo.

 

Qual è l’obiettivo agonistico più importante di quest’anno?

Prima di tutto il Mondiale di Santander che sarà a metà settembre in Spagna e poi gli Europei in Turchia a luglio.

 

Sappiamo che il crudo di pesce è il tuo piatto preferito, lo mangi solo al ristorante o lo prepari anche a casa?

Sono molto fortunata perché ho dei genitori che adorano cucinare, in più a Ostia abbiamo un ottimo fornitore di pesce quindi mi faccio viziare un po’ facendo delle richieste a mio padre, in particolare,  quando rientro a casa dopo gare o periodi di assenza. Approfitto delle sue doti culinarie visto che le mie non sono ancora molto sviluppate!

 

Il tuo cuoco di fiducia, quindi, è tuo padre ma a te piace passare del tempo in cucina?

Sì, mi piace molto cucinare e spero di migliorare sempre di più, però preparare il pesce non è banale: un conto è cucinare un piatto di pasta usando il pesce come condimento, un conto è preparare il pesce in sé, ad esempio al forno, perché bisogna sapere bene quali sono i tempi di cottura.

 

In cucina sei più metodica o fantasiosa?

Mi piace decisamente cambiare e inventare, a seconda degli ingredienti che amo di più, cioè pesce e verdure, cerco di creare dei piatti sempre nuovi.

 

Oltre al windsurf, pratichi altri sport con cui ti piace tenerti in forma?

Amo tantissimo lo sport e ogni occasione è buona per praticarlo! Di recente sono stata qualche giorno in Portogallo per rilassarmi ma per me “rilassarsi” significa praticare cinque ore di surf al giorno! Qualsiasi attività sportiva in acqua mi piace, fuori dall’acqua, invece, un po’ per allenarmi, un po’ per passione, vado molto in bicicletta (ho anche una bici da corsa) e poi amo correre.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

Valerio Aspromonte

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Schermidore del gruppo sportivo Fiamme Gialle, oro olimpico a Londra 2012, ci racconta la sua esperienza e ci parla di sé.

Valerio Aspromonte dalle emozioni olimpiche alla passione per il surf, ci confessa il suo punto debole: l’alimentazione. Il rimedio? Una dieta sana e una vita salutare.

 

 

Sei tornato da Londra con una medaglia d’oro, a chi l’hai dedicata?

Al mio maestro, Salvatore Di Naro: è stato il mio maestro da quando sono nato come schermidore, con lui sono cresciuto professionalmente e ho fatto tante esperienze, quindi mi sembrava giusto dedicare a lui la mia medaglia.

 

Qual è il momento di questa esperienza olimpica che ti porterai sempre nel cuore?

Sicuramente quando siamo saliti sul podio ed è iniziato l’inno…tutto il palazzetto, visto che c’erano moltissimi italiani, l’ha cantato insieme a noi. E’ stato un momento unico!

 

E il momento più brutto?

Il momento più brutto? Quando ero in vantaggio 8-4 contro il cinese Lei nella gara individuale: da quel momento lui a iniziato a rimontare e io poi ho perso. E’ stato il momento più brutto perché avevo capito che ormai più o meno l’assalto era andato.

 

Sei molto impegnato nel sociale e ne sono prova le iniziative a cui partecipi; tra queste, il 21 settembre sei stato ospite del Villaggio dello Sport, iniziativa che ha coinvolto i comuni delle zone terremotate dell’Emilia. Come sei stato accolto?

L’accoglienza è stata ottima, sono stati davvero eccezionali. Sono stato anche molto contento perché la gente che ha partecipato all’iniziativa ha capito quanto è importante la vicinanza e il contributo di giovani come noi per ragazzi che si trovano in situazioni più sfortunate. Ripartire… con lo sport è un titolo davvero azzeccato!

 

Oltre che schermidore per professione, sappiamo che sei anche un surfista per passione, com’è nato l’amore per il surf?

E’ nato al mare a Sabaudia: andavo in uno stabilimento in cui vi erano tanti ragazzi che si buttavano in acqua con le tavole e facevano surf. Un giorno mi hanno detto: “Ma perché non vieni insieme a noi?” Avevo 10 anni e da quel momento mi sono subito appassionato al surf, poi, pian piano, ho iniziato a praticarlo anche nel periodo autunnale e continuo tutt’ora.

 

Hai mai pensato di farne una professione?

No (ridendo), in Italia purtroppo è impossibile: non avrei avuto la possibilità di spostarmi così frequentemente come chi sta negli Stati Uniti, lì è molto più facile perché l’Oceano è particolarmente adatto a questo tipo di sport.

 

Oltre allo sport, qual è il tuo segreto per mantenerti in forma?

Faccio molta attenzione all’alimentazione, tra l’altro in questo campo sono seguito da LGS SportLab, una società che cura le necessità dell’atleta. L’alimentazione è la nota più dolente perché  tendo un po’ ad aumentare di peso e, quando non faccio tanta attività fisica e magari mangio qualcosina in più, diventa problematico! Poi, ovviamente, conduco una vita salutare, non faccio spesso tardi la sera, non bevo troppi alcolici, insomma, quello che fa un atleta normale.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

Edoardo Gori

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Edoardo Gori è un rugbista che gioca nel ruolo di mediano di mischia nel Benetton Treviso e nella Nazionale.

 

Anche il 2014, come ogni anno, è iniziato con l’appuntamento più atteso del mondo del rugby, il 6 Nazioni. Quali sono state le principali difficoltà incontrate in queste prime partite dell’anno con la maglia azzurra?

Purtroppo abbiamo avuto diverse difficoltà: nella partita contro la Scozia c’è stata un po’ di tensione perché potevamo fare un ottimo risultato e non siamo riusciti a raggiungerlo, siamo stati in vantaggio per quasi tutta la partita e poi abbiamo perso lucidità.

Ormai fisicamente siamo sempre all’altezza e rispondiamo bene mentre, dal punto di vista tecnico e tattico, facciamo ancora fatica soprattutto per una questione di esperienza: le altre grandi squadre sono molto più abituate a giocare ad alto livello e quindi riescono a trovare soluzioni di gioco migliori con più facilità.

 

Dopo il 6Nazioni, quali sono i prossimi obiettivi con la Nazionale?

Abbiamo uno stop di alcuni mesi fino a fine maggio quando inizierà la tournée estiva in Australia: saremo dall’altra parte del mondo ma sono sicuro che sentiremo comunque il calore incredibile dei tifosi.

 

In campo giochi come mediano di mischia, qual è l’aspetto che ti piace di più del tuo ruolo?

Sicuramente mi piace più di ogni altra cosa il fatto di essere sempre nel vivo del gioco e vicino alla palla: questo mi permette di poter fare delle scelte importanti per l’andamento della partita e di far emergere le mie capacità.

 

Cosa ti ha fatto innamorare del rugby?

L’ambiente: le amicizie che si creano, le persone che si incontrano…secondo me è davvero un bellissimo ambiente in cui crescere perché tutti coloro che ne fanno parte rispettano questo sport e le altre persone. Nonostante le sconfitte e le vittorie c’è sempre voglia di fraternizzare con tutti; il Terzo Tempo è il simbolo di questa atmosfera ma, a parte questo, le tifoserie stanno sempre insieme. La fratellanza è senza dubbio l’aspetto più bello del rugby.

 

Ci racconti il tuo allenamento tipo?

Solitamente la mattina vado in palestra con i compagni dove facciamo sollevamento pesi ed esercizi per allenare la forza, poi andiamo in campo per una parte di allenamento tecnico e concludiamo la mattinata con un po’ di corsa. Nel pomeriggio, dopo pranzo, facciamo allenamento collettivo in campo con tutta la squadra.

 

Oltre al tuo allenamento quotidiano, ti tieni in forma anche in altro modo?

Quando riesco cerco di andare a fare una passeggiata in montagna o un bagno al fiume. Noi rugbisti siamo sempre attivi, è difficile farci stare fermi a meno che non siamo proprio particolarmente affaticati!

 

Torniamo al rugby, si mangia prima e dopo ogni allenamento?

Di solito mangiamo sempre sia prima che dopo cercando naturalmente di differenziare il cibo: prima dell’allenamento si cerca di stare più leggeri per non appesantirsi, poi dopo sale tantissimo la fame e possiamo sfogarci mangiando a volontà.

 

L’immagine del rugbista è solitamente quella di un atleta non particolarmente attento alla linea, è davvero così?

Da questo punto di vista siamo molto fortunati rispetto ad altri atleti perché non abbiamo una dieta strettissima: possiamo mangiare un po’ di tutto perché bruciamo sempre tante calorie. Per quanto mi riguarda, cerco di mangiare sano e in modo molto vario. Certo, ogni tanto sgarro con una pizza, un bicchiere di vino o una birra ma, per fortuna, non succede nulla!

 

Ti piace mangiare ma sei bravo anche ai fornelli?

Da quando vivo da solo ho dovuto imparare ad arrangiarmi ma devo dire che ultimamente mi sto appassionando alla cucina. Ogni volta che torno a casa mi faccio insegnare dalla nonna qualche ricetta nuova, ad esempio, è stata lei ad insegnarmi a cucinare la minestra di pane, un piatto tipico toscano che mi piace moltissimo. Quando sono a casa amo anche passare del tempo in cucina quindi sono sicuro di poter migliorare![/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

Amaurys Pérez

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Reduce da un bellissimo argento col Settebello, qual è il ricordo più bello di questa Olimpiade?

Il momento più bello di questa esperienza è stata la vittoria in semifinale che ci ha permesso di accedere alla finale: è stata un’emozione davvero molto molto forte.

 

Fino a questo momento, quali sono stati i momenti più belli della tua carriera?

Sicuramente salire sul podio ai Mondiali di Shanghai 2011 e l’esperienza olimpica in sé: anche senza medaglia l’avrei ricordata sempre come uno dei momenti più belli della mia carriera…e poi in generale far parte del Settebello!

 

Puoi raccontarci come hai iniziato a giocare a pallanuoto? Hai capito subito che avrebbe rappresentato il tuo futuro?

Ho iniziato a Cuba per sbaglio, mia mamma aveva accompagnato me e mio fratello in piscina per tenerci occupati nel doposcuola e dopo è diventata una passione…a dir la verità mi sono appassionato subito soprattutto perché si tratta di uno sport di squadra. A 14 anni quando ho dovuto decidere se dedicarmi completamente allo studio o se studiare praticando sport agonistico, ho scelto lo sport! Ho proseguito comunque gli studi anche perché a Cuba l’educazione scolastica ha un ruolo particolarmente importante, non è possibile fermarsi prima…questo è anche un aspetto positivo pensando poi al futuro!

 

Quali sono state le tappe della tua carriera fuori dal tuo paese di origine?

Inizialmente sono andato in Spagna, poi sono arrivato in Italia per provare il Campionato italiano perché era il più forte al mondo e sono rimasto qui grazie a mia moglie. Dal punto di vista sportivo, quasi senza rendermene conto, in Italia sono migliorato tecnicamente e fisicamente e poi sono diventato anche un po’ più ambizioso.

 

Da quest’anno hai iniziato una nuova avventura con l’Acquachiara: come sono andati questi primi mesi?

Molto molto bene. L’Acquachiara è una società molto seria, ci allenano e ci seguono nel migliore dei modi: non ho incontrato alcuna difficoltà. Pi anche rimanere a Napoli è importante perché è una città in cui mi trovo molto bene.

 

Stai attento all’alimentazione?

Non mi piacciono molto le diete, poi devo dire che quando mi alleno molto non mi preoccupo più di tanto perché consumo tante calorie. In estate invece sto attento perché mi piace mangiare, sono una buona forchetta…Quando vedo però che inizio a prendere diversi chili vado a correre visto che non posso proprio fare a meno di mangiare! (n.d.r. Ridendo)

 

Qual è il tuo piatto preferito?

Gli spaghetti con le vongole: irresistibili!

 

Ti abbiamo visto nella tua recente partecipazione ad Avanti un altro, preserale di Canale Cinque, col Settebello. Ti sei divertito?

Mi sono molto divertito, è stata un’esperienza bellissima. Mi é piaciuto Paolo Bonolis: credo che sia uno dei migliori presentatori della Tv, è molto simpatico e mi ha colpito come sa gestire le situazioni.

 

A parte le battute sul tuo sostituto (n.d.r. Sempre in riferimento alla partecipazione ad Avanti un altro), ti rivedremo in vasca col 7bello, magari ai Mondiali di Barcellona?

Fino ad ora non si sa…io mi tengo pronto, sono sempre disponibile alla chiamata del Mister e se non succederà sarò sempre il primo tifoso della Nazionale italiana.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]